1993 PRESENTAZIONE ALLA MOSTRA A SPAZIO SETTE , ROMA
E’ inutile, per capire le opere di Antonella Goatin, richiamarsi esclusivamente alla classica tradizione della storia dell’arte occidentale, essa è naturalmente presente, assimilata con coscienziosa onestà, lentamente sedimentata e tuttavia arricchita di stimoli esterni, intricate reti provenienti da lontane regioni orientali o forse macroscopiche visioni di minime strutture naturali, rese ancor più complesse per la tensione plastica che le sfumature dei colori conferiscono loro, determinano nelle opere movimenti fluidi, talora persino caotici.
Il disordine dell’intreccio però,lungi dal riuscire a prendere il sopravvento, viene ampiamente compensato dall’ordine di una visione tonale unitaria, delicata, mai disarmonica.
Proprio in questo risiede la vena più autentica della poesia insita in queste composizioni e, più generale in tutta l’opera di quest’artista: in una comprensione intima del contrasto che da sempre ineluttabilmente anima l’esistenza tra ordine e disordine, un contrasto la cui unica risoluzione possibile si pone sul piano della calviniana ” leggerezza “, della trasparenza, della ” sottrazione di peso ” e la cui partecipe, benevola accettazione è il primo ed essenziale ingrediente della felicità.
Composizioni astratte dunque, che aiutano però a ricostruire equilibri, a rimarginare ferite,a leggere serenamente la realtà.
Guido Rebecchini
Roma, 20 ottobre 1993